Il Milan presenta Allegri. Che non parla

Il Milan presenta Allegri. ma il nuovo allenatore non riesce neanche a dire ciao.
Ha al suo fianco il presidente (onorario?) e Berlusconi, manco a dirlo, si prende la scena, ma proprio tutta, della conferenza stampa, trasformandola con incomparabile maestria da piazzista - va riconosciuto! - in una tribuna, prima sportiva e poi politica, che è un superspot di se stesso. Dice che Allegri "è un maestro", ma aggiunge subito "Ma io sono il professore", e correda con barzelletta (che non fa ridere) sui pappagalli.
E' arrivato dopo il raduno, fuori il popolo del Milan lo contesta e allora parte con le promesse: "Ronaldinho non va da nessuna parte, per me è il miglior calciatore di tutti i tempi." A colui che si sente il miglior politico di tutti i tempi si può concedere. "Io Ronaldinho lo sento o lo vedo una volta la settimana, abbiamo già parlato." E resta anche Gattuso, e Huntelaar (eventuali acquirenti non pervenuti). "Abbiamo una squadra per vincere in Italia e in Europa". Allegri abbozza, ma Berlusconi non molla il microfono nè a lui nè a Galliani, che si permette solo di correggerlo due volte (una è sull'allungamento di contratto ad Abbiati....), poi ringrazia gli sponsor a uno a uno....e ha tempo per lodare Maroni (presente il Ministro degli Interni, che evidentemente non ha impegni istituzionali questo pomeriggio) come il "ministro che ha arrestato più camorristi".( Ilda Bocassini e gli altri giudici che si son fatti un mazzo così ringraziano). E poi attacca la stampa, che novità! E Alberto Costa del Corriere in particolare, perché se non scrive bene del Milan perderà lettori: la gente - dice lui - vuole leggere solo cose belle su di noi. E poi l'inevitabile attacco a Leonardo, che non sapeva mettere in campo la squadra (o più semplicemente non ubbidiva?).
C'è tempo anche per dire del "gruppo di amici" che compone il governo, dei successi del suo governo, della Laurea della figlia (con accenno di dubbio gusto al figlio Luigi che "prega sempre"). Elenca gli sforzi fatti dalla sua famiglia per il Milan, non parla dei fondi neri di cui il Milan fu "barattolo" tra le scatole cinesi delle sue varie società - reato per cui fu indagato e che cadde in prescrizione sia per lui che per Galliani.
L'impressione è che non ce la racconti giusta. Auguri, Allegri, sei un livornese tosto, forse ce la puoi fare!

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