Le nostre ragazze d'oro e Valentino: l'Italia che mi (ci) piace

Plastiche ma non di plastica. Fresche come delfini, belle come il sole, sinuose come Venere sia ad entrare che ad uscire, vittoriose, dall'acqua di Budapest: Tania Cagnotto e Francesca Dallapè sono le nuove dee italiane di un'estate che ci regala tanto oro. 
Tania ne aveva già messa in bacheca una, di medaglia color solechebrilla, nel trampolino da un metro, per poi sprofondare nella "sua gara", il salto da tre. Chissà cosa le ha saputo dire papà-trainer Giorgio, se in 24 ore la ragazza si è nuovamente trasformata in un'atleta irresistibile. Lo stesso ha fatto la compagna Francesca. Guardate la foto a pagina 35 della Gazzetta di oggi e vedrete grazia, armonia e bellezza in perfetto sincro. Magiche.


Federica non ha peli sulla lingua, e neanche dubbi per la testa. Quando si tuffa per la finale degli 800 sl, ha - lo scommettiamo - il volto di Alberto Castagnetti fisso nel suo speciale monitor mentale e la voce del "suo" allenatore nelle orecchie. E va, come un pesce che non conosce il mare, (per lei gli 800 erano tabù) ma si fida di quanto lui le aveva detto. E' bronzo, il massimo che ci si potesse aspettare.


Due giorni dopo, i 200 sl se li mangia, anche se la giovane Lipok le dà del filo da torcere. E lei torce, perché è campionessa dentro, somiglia a Valentino: quando c'è da soffrire stringe i denti e va. L'obiettivo o si raggiunge o non ha senso fare km d'acqua al giorno. Poi la resa, proprio nella sua specialità, i 400 sl. La corsia 4 resta desolatamente vuota, e la Adlington ha gioco facile. Ma l'oro vinto così, senza Federica lo squalo, non ha lo stesso valore. Febbre, dolori muscolari, ma anche Morini, colui che ha avuto la fortuna e insieme la sfortuna di trovarsi ad allenare la più grande nuotatrice italiana di tutti i tempi. Però dopo Castagnetti, uno che non è facilmente sostituibile, rubato dal destino solo 10 mesi fa.
Federica senza peli sulla lingua dice di Morini: "Avere lui a bordo piscina e non Alberto non è la stessa cosa."
Ha ragione, ragionissima. Con gli stessi sintomi, Alberto Castagnetti l'aveva già spinta in acqua, e verso l'oro, un anno fa a Roma. Morini non ce la fa. Forse teme ancora le possibili reazioni della ragazza di Spinea. E allora deve crescere: per una grande stella ci vuole un grande coach. Attualmente, Morini deve fare ancora il salto di qualità. Non tecnico, di certo, ma mentale, caratteriale.


E' come se Valentino avesse un allenatore che non fosse alla sua altezza. Valentino non ce l'ha, perché è un altro sport ma anche perché Valentino è allenatore di se stesso e del suo team. Chi ha letto il suo libro "Pensa se non ci avessi provato" lo sa (e se non lo avete ancora letto, vi consiglio vivamente di comprarlo, soprattutto se siete degli sportivi o avete figli che fanno sport!!). 
E ora Valentino si veste di rosso: era destino, e non perché - come vorrebbe papà Graziano - un giorno lo si potrebbe vedere in Ferrari. Era destino perché è rosso il cuore di Valentino, colmo di passione per le moto che - scommettiamo? - non abbandonerà mai per una quattroruote. Lo ha dimostrato nella dedica d'addio alla Yamaha, con quel suo modo personale e unico, rievocando la "storia d'amore" con la sua M1 che lo ha guardato negli occhi e gli ha detto: "Ti amo".
Unico, meraviglioso Valentino. Se non l'avete ancora fatto, andate a vedervi il suo sito: www.valentinorossi.com . Guardate le foto di lui da piccolo, guardate le foto della sua carriera, e poi fate un giro su Youtube, e vedetevi la sua chiacchierata con Celentano a Rockpolitic. "Sei rock" "Anche tu sei rock".
Che meraviglia, Valentino in livrea Rossoducati!


E quindi evviva le nostre stupende ragazze: Tania Cagnotto, Francesca Dallapè, Federica Pellegrini, e il nostro meraviglioso Valentino! E' questa l'Italia che mi (ci) piace!!!!!!!



Commenti

Post popolari in questo blog

Teresa Bunting, la bellezza dello Slow-Fashion

ART BIKE : ecco la gallery delle opere e i piatti degli chef

In ricordo di Ayrton