Malika, poesia infinita
E' la sera del 17 agosto a Porto Cervo. Stelle e vento e una voce divina. Che fa rima con Mina, perché davvero questa stella più che nascente nel panorama della musica italiana non ha niente da invidiare alla più meravigliosa delle interpreti musicali dal 1960 ad oggi. Malika Ayane, italiana con padre marocchino, ha davanti la più sfolgorante delle carriere, se saprà sempre - e lo sa, lo saprà - restare se stessa. E allora cadranno i paragoni: perché lei, come Mina, è e sarà unica.
Nella serata di Porto Cervo regala al pubblico una performance degna di una regina. E' semplice e chic, anche nel look: abitino bianco con scollo a V, maniche corte, squadrate, originalissime, gonna corta con ruches dritte di chiffon bianco che danzano al vento, tacchi a spillo, strass alla caviglia. Fisico da italiana, normale, altezza media, gambe tornite ma non troppo palestrate. Niente reggiseno, è meravigliosamente "normale", eppure molto sexy, i capelli raccolti a banana sulla testa, e una lunga coda scura a risaltare il viso non bellissimo secondo i canoni classici, eppure interessante, plastico.
Intorno ha 7 musicisti, eleganti in bianco e nero, uno porta una benda alla Zorro, un'altra è una ragazza al violoncello. Bravi, sicuri, in perfetta armonia con lei. Si divertono tutti, sul palco. Giù, ci divertiamo noi che capiamo, alcune signore invece, labbroni gonfiati a più non posso, si stringono nelle pashmine e si chiedono: chi me l'ha fatto fare con 'sto vento?
Dalle barche grandi come palazzi a più piani ormeggiate in pole position al Porto Vecchio, alcuni russi annoiati e qualche curioso.
Fino a che la voce di Malika, ora morbida, ora vibrante, profonda, sussurrante, divertita, ammaliante, blocca tutto e tutti (quelli che capiscono...) nella fissità della meraviglia.
In un attimo è Aretha Franklin, Marylin, Diana Ross e Gloria Gaynor, e subito dopo è Mina, Norah Jones, Shade....tutto con personalità e semplicità. Ci porta a New Orleans, Babe don't care, e duetta con il bravissimo bendato alla tromba: la voce della ragazza che ha conquistato Cesare Cremonini, il melodico alternativo che fondò i Luna Popo, va altre lo strumento, in un crescendo irresistibile che raccoglie applausi anche dai più restii. "I see the moon", seduta sinuosa sul cubo a specchietti al centro del palco, dimostrandosi anche musicista, completamente immersa nella sua passione.
Quando si cambia d'abito, il palco è dei sette musici, e si capisce perché una come lei li ha scelti. Esce coni tacchi alti, lunga gonna trasparente di tulle nero, sopra la mini dello stesso colore. E attacca con "Verrà l'amore".... "Un bacio è troppo poco per sapere se ti amo...". No, non sarà una meteora come tante, è una stella che brillerà per decenni.... Mossa sexy sul cubo, ma con una grazia da angelo: via la gonna di tulle, a rivelare che l'abito è lo stesso del primo, nero anziché bianco. E arrivano i successi italiani, quel "Come le foglie" che Giuliano dei Negramaro ha scritto per il suo esordio a Sanremo (al fianco di un estasiato Gino Paoli, ricordiamo) lo scorso anno. E poi la bellissima "Ricomincio da qui" che per un'insolenza dell'Italia di oggi a Sanremo 2010 è arrivata dietro all'improbabile accoppiata Pupo-Principe e al vincitore Valerio Scanu (where is that?), guadagnandosi però il premio della critica (e del pubblico, oltre che dell'orchestra che per la prima volta ha gettato sul palco gli spartiti, in netto disaccordo con i risultati di classifica della kermesse canora).
A fine concerto, le signore della pashmina se ne vanno sollevate, su quelli che si mettevano d'accordo, in piedi, nel bel mezzo delle canzoni, di trovarsi poi al "Clipper" sorvoliamo, lasciamo a voi il giudizio.
E allora siamo scattati noi, quelli che avevano capito tutto, assiepandoci sotto il palco in circa 200 a chiedere il bis. Concesso per tre volte, con le lacrime agli occhi. E' ancor più bella, Malika, quando si emoziona e dice grazie, grazie, grazie, inchinandosi appena, ma guardando in faccia ad uno ad uno noi che eravamo davvero lì a vedere e sentire il miracolo nuovo della musica italiana, dopo Elisa e i Negramaro ennesimo regalo della più grande talent scout italiana: l'incredibile Caterina Caselli.
Quando canta la cover di Nicola di Bari ...."Ho preso la chitarra...." è un coro di voci che canta con lei, fino ad "Amore, amore, amore", quella strofa gliela lasciamo fare da sola, con voce struggente, indimenticabile. E ancora "Quando dico che ti amo", sembra di tornare negli anni '60, ma con una voce del futuro.
Ci è piaciuta, si è capito? Non perdetevela, dal vivo, assolutamente!
Unforgettable Malika.
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