Caro Leo... Lettera aperta di una milanista nel giorno del primo derby “contro”


Caro Leo,


sono milanista da una vita e quanto sta succedendo in questi giorni mi lascia stupefatta: non ci potrebbe essere mistificazione della realtà più grande del considerarti un traditore. Eppure è questa la parola che gira per definirti. Assurdo. Credo che tutti i milanisti abbiano un bel ricordo di te, come giocatore, come dirigente e infine come allenatore, ruolo nel quale a mio parere hai fatto miracoli. Ma innanzitutto abbiamo un buon ricordo di te come persona. La prima cosa che ho pensato quando ho capito che ti costringevano ad andartene è stata: “ma chi è quel pazzo, in una squadra di calcio o in una qualsiasi altra azienda, che si lascia scappare uno così?”
Già. Chi è quel pazzo? Te ne sai andato rinunciando elegantemente ai soldi di un altro anno di contratto, hai solo detto: “Si vede che io e Berlusconi siamo incompatibili.” Leo, ma lo sai che ti capiamo? Avevi cercato di salvare la situazione, qualche settimana prima delle fine: “Ti darei gli occhi miei per vedere ciò che non vedi”. La citazione di Renato Zero aveva lasciato attoniti i cronisti, là nella sala stampa di Milanello.
Continui a dire “Lo so io cosa ho passato”, siamo in tanti a pensare di saperlo. Di certo lo avevano capito le migliaia di milanisti che alla tua ultima panchina da rossonero ti hanno tributato applausi e striscioni con una sola parola: “Grazie”.
Anche se è un derby, anche se tu ora sei dall’altra parte, spero ci sia ancora quell’applauso. Dedicato a un brasiliano che ci ricorda ogni volta che “la vita è bella”.

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