Mourinho, ma facci il piacere!
Sconfitto per 2-0 in casa dal Barcellona, Josè Mourinho non si sogna di riconoscere la superiorità dell'avversario, sancita da un oltre 70% di possesso palla. Preferisce, invece, lagnarsi dell'arbitro, che a suo dire ha "rotto l'equilibrio della partita con l'espulsione di Pepe (peraltro sacrosanta, a vedere le immagini tv della sua entrata su Dani Alves) e favorito così il Barcellona". E ancora: "non so che poteri forti ci siano dietro al Barcellona, ma gli arbitri sono sempre a loro favore, agli altri no è concesso vincere", e poi : "forse perché hanno scritto Unicef sulle maglie?"
Il Barcellona sta valutando una denuncia. Forse stavolta Josè ha passato il segno. E a nostro parere lo sa, ma ne aveva bisogno, perché gli 80.000 del Bernabeu hanno visto bene che il Real contro i blaugrana ha giocato come l'Inter lo scorso anno: nel più esemplare stile "catenaccio".
La sconfitta non è nata da una decisione arbitrale, ma dalla tattica imposta da Mourinho ai suoi. Cristiano Ronaldo ad un certo punto chiamava avanti la squadra, ma il Real avanti non poteva andare: quello era stato l'ordine: starsene "ammucciati" indietro, fare barricate e poi cercare di colpire in contropiede, magari sul finire di partita, quando era previsto l'ingresso di Kakà e Benzema.
Ma questo non è fare calcio, questo è cercare di fare i furbi, distruggere il gioco altrui anziché imporre il proprio. La partita di ieri è stata la prova dell'inconsistenza di Mourinho proprio per quanto riguarda l'essenza principale e più difficile del calcio: la costruzione del gioco, che è bellezza, intelligenza, spettacolo, esplosione del talento.
Aveva bisogno di difendersi, Mou, dalle prevedibili critiche. E lo ha fatto nel solo modo che conosce: attaccando fuori dal campo. Noi contro tutti, noi vittime di un sistema e di "un mondo che mi fa schifo", eccetera eccetera.
Ma lo sai Mou che ci piacerebbe tanto vivere in mondo che ci fa schifo e ci ha permesso di vincere due Champions con due squadre diverse, pur giocando male, a circa una quindicina di milioni di euro l'anno?
Quindi facci il piacere, non fare la vittima. Vivi e lascia vivere: il Barcellona è un progetto meraviglioso, prima ancora che una squadra. Vince perché sublima il gioco del calcio. Se sei tanto bravo come dici, competi con le stesse armi.
Il Barcellona sta valutando una denuncia. Forse stavolta Josè ha passato il segno. E a nostro parere lo sa, ma ne aveva bisogno, perché gli 80.000 del Bernabeu hanno visto bene che il Real contro i blaugrana ha giocato come l'Inter lo scorso anno: nel più esemplare stile "catenaccio".
La sconfitta non è nata da una decisione arbitrale, ma dalla tattica imposta da Mourinho ai suoi. Cristiano Ronaldo ad un certo punto chiamava avanti la squadra, ma il Real avanti non poteva andare: quello era stato l'ordine: starsene "ammucciati" indietro, fare barricate e poi cercare di colpire in contropiede, magari sul finire di partita, quando era previsto l'ingresso di Kakà e Benzema.
Ma questo non è fare calcio, questo è cercare di fare i furbi, distruggere il gioco altrui anziché imporre il proprio. La partita di ieri è stata la prova dell'inconsistenza di Mourinho proprio per quanto riguarda l'essenza principale e più difficile del calcio: la costruzione del gioco, che è bellezza, intelligenza, spettacolo, esplosione del talento.
Aveva bisogno di difendersi, Mou, dalle prevedibili critiche. E lo ha fatto nel solo modo che conosce: attaccando fuori dal campo. Noi contro tutti, noi vittime di un sistema e di "un mondo che mi fa schifo", eccetera eccetera.
Ma lo sai Mou che ci piacerebbe tanto vivere in mondo che ci fa schifo e ci ha permesso di vincere due Champions con due squadre diverse, pur giocando male, a circa una quindicina di milioni di euro l'anno?
Quindi facci il piacere, non fare la vittima. Vivi e lascia vivere: il Barcellona è un progetto meraviglioso, prima ancora che una squadra. Vince perché sublima il gioco del calcio. Se sei tanto bravo come dici, competi con le stesse armi.
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