Berlusconi e la vendetta di San Gennaro

Alle 9.11 di questa mattina San Gennaro ha fatto capire ai napoletani che lui c’è. A dire il vero, se n’erano già accorti ieri, quando sotto le mentite spoglie di un bel ragazzo uruguagio che di nome fa Edison, perché la luce l’accende eccome, ne ha rifilati tre al Milan. E del resto, è un Atleta di Dio, Cavani, e San Gennaro mica poteva mandare qualcun altro a consumar la sua vendetta. Così si impara a non andare a farsi sentire dai giudici partenopei. Eh, no! Sappiate che San Gennaro è sempre vigile. Ce l’aveva fatto capire dall’inizio: il primo avviso di garanzia raggiunse Berlusconi premier proprio a Napoli, durante il G8, era il 1994. Poi il premier menestrello, che sa essere scugnizzo come pochi, aveva imbambolato pure i napoletani con Apicella e le sue improbabili canzoni. Eppure San Gennaro era sempre lì, pronto: dall’alto del suo metro e novanta (misura scientifica sulla base delle ossa del Santo), aveva amorevolmente guardato dal Vesuvio la sua città, in attesa di un’altra occasione. Per uno che una volta era uscito vivo dal fuoco e poi doveva finire in pasto agli orsi nell’anfiteatro di Pozzuoli e l’aveva scampata, fino alla decapitazione ordinata da Dragonzio, trovarsi a guardar le gesta di un altro “dragonzio” dei tempi nostri (con la “d” piccola, magari meno sanguinario ma altrettanto pericoloso) deve essere stato un immenso divertimento, soprattutto quando a Casoria si è mosso qualcosa. Perché l’inizio della fine è quello lì: il compleanno di Noemi Letizia. A nulla era valso il primo avvertimento di Veronica, quella accorata lettera pubblicata da Repubblica il 31 gennaio 2007, dopo che B. aveva corteggiato Carfagna  e Yespica ai Telegatti. Veronica è nome d’arte, ma con San Gennaro ha a che fare: significa “la donna che perde sangue”. È quella che, toccando il mantello di Gesù che porta la croce, viene immediatamente guarita. E salvata dalla sua fede. E così Veronica Lario, al secolo Miriam Bartolini, si salva: lo fa definitivamente il 3 maggio 2009, qualche giorno dopo la famosa festa di compleanno della ragazzina che chiama “papi” il premier. Lo lascia per sempre, e cerca di salvare pure noi: è malato, dice e “non posso stare con un uomo che frequenta minorenni”.
San Gennaro se la ride ma non succede niente: a noi italiani non basta per capire tutto. Intanto B. aumenta le performances anche a Napoli, diventa il dio dei rifiuti (e qui gli ci è voluto davvero uno sforzo minimo) e promette, promette, promette. Per un po’, sotto il Vesuvio, gli credono: è simpatico, o’ (vecchio) guaglione! Ma San Gennaro è paziente: sa che “’cca nisciuno è fesso”!
E, mentre Napoli per la prima volta gli gira le spalle, preferendo eleggere un ex-magistrato invece del candidato del Pdl (“Cribbio, com’è possibile???”)  e De Magistris oltretutto è più giovane e bello di lui, San Gennaro lo sa che la novità non è solo “Giggino O’ Sinnaco”: anche la macchina della Giustizia avanza, tra intercettazioni (“Porco Giuda, Angelino, fai qualcosa!!!!”) e indiscrezioni, veline puttane e mammoni, ricatti, soprusi, lenzuola, nipoti di Mubarak e cene eleganti, aerei di stato usati da “tutti gli (le) ospiti del Presidente”, vanterie da trombeur de femme e tutto ciò che, come direbbe Renato Zero, “è’ un insulto al verbo AMARE”…..
(Pausa celentanesca… a ricordo di tutti quelli che in tv non ci possono più andare: da Santoro alla Dandini…, ndr.)
E proprio ai giudici napoletani San Gennaro affida l’affondo. Ma l’impenitente non cede, lui “non ha nulla di cui vergognarsi”. E rifiuta l’incontro. Anzi, neanche va a vedere il Milan al San Paolo, per tenersi lontano da Napoli: vicino a De Laurentiis, a godersi lo spettacolo (Ohi vita, ohi vita mia!!!!....) c’è Giggino O’Sinnaco.
E’ il 18 settembre, a meno undici dal 75° compleanno del nostro (“Undici? Ah, sì eh, erano 11 fuori dalla porta, ma me ne sono fatte solo 8”….), San Gennaro manda l’emissario, bello come il sole, veloce come il vento: e per forza, il nonno paterno era di Maranello! L’emissario ha la faccia d’angelo e il piede da rapina (suo padre Luis lo chiamavano “El Gringo”), le movenze feline e tutta la grazia che San Gennaro voleva per atterrare il Milan (che non c’entra per niente, ma per il momento ha B. presidente…). E l’emissario è perfetto, anche perché è nato il giorno di San Valentino: come se pure Amore avesse qualcosa da vendicare!
Lo chiamano “El Matador”, Edison Cavani. San Gennaro ha sorriso sornione, godendosi la festa sul lungomare di Posillipo, poi ha dormito sonni tranquilli. Quindi s’è alzato in gran forma, ed è andato a fare il miracolo: quello vero. Perché c’è qualcun altro che va in giro con le ampolle, (ma a “battezzare” trote): si chiama Umberto, indossa un’orribile canottiera, e ha avuto l’ardire di nascere il 19 settembre!
O forse anche questo è un altro scherzo di quel mattacchione di San Gennaro. Anche se a Napoli ha sempre molto da fare, ha trovato il tempo: la fine di B. porta in tutto la sua firma.

Antonella Antonello

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